Mattoncini di Resistenza. Ricostruire la storia della Guerra e dell’Antifascismo in Val di Bisenzio attraverso un progetto di Public Brick History.

Mattoncini di Resistenza. Ricostruire la storia della Guerra e dell’Antifascismo in Val di Bisenzio attraverso un progetto di Public BrickHistory

1. Descrizione del progetto

Il contesto storico
Il progetto, presentato e curato dalla Fondazione CDSE, nasce dalla volontà di lavorare in rete e in senso creativo sulla memoria della guerra e liberazione in un territorio profondamente segnato dal secondo conflitto mondiale.
La Val di Bisenzio è stato infatti un aspro teatro di guerra, soprattutto dopo l’8 settembre 1943. Nelle alture appenniniche si nascosero gli ex prigionieri alleati e i giovani renitenti alla leva; nella bassa valle, sul Monte Javello, agirono le brigate partigiane Storai e Buricchi mentre imperversavano i bombardamenti volti a colpire la linea ferroviaria Direttissima; nell’Alta Valle fu costruita la Linea gotica, la cui presenza ha comportato accesi scontri tra gli eserciti (la battaglia di quota 810 – Poggio della Torricella) e la distruzione di interi borghi appenninici (come Cantagallo).
La Val di Bisenzio si è inoltre contraddistinta nel periodo della guerra e del fascismo anche per una forte coscienza operaia e un solido movimento antifascista nelle fabbriche, grazie alla presenza, fin dall’Ottocento, di grandi complessi industriali e un forte associazionismo sociale. Proprio dalle fabbriche della Val di Bisenzio sono iniziate le prime riunioni clandestine a seguito dell’8 settembre, che hanno portato all’organizzazione della Resistenza sui monti e agli scioperi del marzo 1944.

Il progetto: raccontare la storia della Resistenza nel territorio con la lego history
In occasione dell’80esismo dell’Armistizio e in corrispondenza degli anniversari delle Liberazioni nel territorio (settembre-ottobre 2023), il CDSE propone di mettere a frutto il bagaglio di conoscenze, materiali ed esperienze nell’organizzazione degli eventi e della didattica della memoria attraverso un progetto innovativo, con al centro la divulgazione della storia attraverso la Public Brick History e gli storici italiani del progetto Italian BrickHistory (Stefano Bartolini e Francesco Cutolo – https://italianbrickhistory.wordpress.com/).
Negli ultimi anni si è assistito a un boom dei lego a tema storico: fuori dall’Italia esistono già da tempo progetti ragionati Public Brick History (Brick to the past, Historysbricks, Public BRICKstory, MiniFig Battlefileds), intorno a cui ruota parallelamente una comunità internazionale che si incontra su social network di natura fotografica.
In parallelo all’affermarsi delle ricostruzioni lego a tema storico, si è fatta strada l’idea di utilizzare i lego come strumento per raccontare ed insegnare la storia. Il progetto Italian Brick History rappresenta il tentativo di portare in Italia questa pratica, sempre più oggetto di convegni e letteratura scientifica. I public historian hanno da tempo rivolto la propria attenzione al gioco storico, che viene ormai ritenuto un mezzo attraverso cui divulgare e promuovere, in forme partecipate e attive, la conoscenza. I lego possono rivelarsi un potente strumento per trasmettere contenuti di pedagogia civile attraverso pratiche partecipative, sia come nuova forma per rappresentare il passato, in quanto medium espressivo e comunicativo capace di raggiungere un pubblico intergenerazionale, sia come attività di didattica ludica simbolica, sfruttando le potenzialità e l’attrattività dei mattoncini.

Obiettivi

-rinnovare le modalità di celebrazione delle ricorrenze legate agli anniversari della Liberazione, soprattutto in occasione di una ricorrenza particolare come l’80° dell’Armistizio, che in Val di Bisenzio segna l’inizio di una resistenza che dai movimenti di fabbrica diventa poi resistenza armata;
-ampliare il pubblico delle celebrazioni (in Val di Bisenzio i giorni intorno all’8 settembre coincidono sia con la ricorrenza dell’Armistizio del 1943 che con la Liberazione nel 1944), attraverso nuove modalità divulgative che siano coordinate tra i vari enti e in una vasta aerea di interesse (Appennino pratese);
-utilizzare i mattoncini lego, la mission della Public BrickHistory e le competenze degli storici dell’Italian BrickHistory per creare kit lego specifici e personalizzati sulla storia della Resistenza e dell’antifascismo dell’Appennino pratese, da utilizzare per eventi pubblici intergenerazionali e laboratori scolastici, in combinazione con lezioni storiche e visite guidate nei luoghi oggetto della ricostruzione lego;
-inserire nella comunità scolastica (dirigente, docenti, esperti, genitori, alunni) riflessioni e spunti per una didattica della memoria e storia anche attraverso la Public BrickHistory.

Attività previste

Creazione di kit lego history di due diverse tipologie per 30/35 persone da utilizzare per i laboratori pubblici “intergenerazionali” e con gli studenti degli istituti comprensivi: uno legato agli episodi di lotta partigiana e Resistenza sul territorio valbisentino (occupazione tedesca dopo l’8 settembre, sfollamento coatto abitanti Cantagallo e Luicciana, accampamenti partigiani sui Faggi di Javello, Tosca Martini e le partigiane della Val Bisenzio che collocano una bandiera rossa per il I maggio 1944 a Cantagallo), e un kit che racconti la memoria del lavoro, la storia del movimento operaio e la conseguente nascita dell’antifascismo nelle fabbriche e del movimento della resistenza operaia dopo l’Armistizio con riunioni clandestine, proteste sindacali, sciopero del marzo 1944 che porta alla deportazione degli operai pratesi. La creazione prevede lo studio storico, la progettazione, realizzazione carrelli su vari siti, acquisto pezzi, assemblaggio kit.
-Corso di formazione da parte degli esperti di Italian BrickHistory al personale della Fondazione CDSE per l’uso dei kit nei laboratori.
-Organizzazione e realizzazione di un seminario di respiro regionale in un istituto comprensivo del territorio (ICS Bartolini di Vaiano o ICS Pertini di Vernio) in collaborazione con il gruppo Italian BrickHistory e AIPH (Assciazione italiana di Public History) “Costruire la storia dai mattoncini”. Esperti di didattica ludica, public historian, e storici approfondiranno l’utilizzo dei giochi come strumenti di divulgazione storica, e la sperimentazione di forme didattiche innovative che prevedono l’insegnamento della storia a partire dai Lego o dai giochi di ambientazione storica. A seguito del seminario, ci sarà un laboratorio sperimentale di lego history in cui docenti e studenti costruiranno attivamente diorami a tema Resistenza e antifascismo operaio (progetto pilota da inserire come attività curriculare o extra curricolare nel corso dell’anno scolastico in corso).

Eventi sul territorio nei giorni degli anniversari dell’8 settembre e della Liberazione dell’Appennino pratese (autunno-inverno 2023):

Sabato 21 ottobre, ore 15
Rifugio Pacini Pian della La Rasa (Cantagallo)
La Seconda guerra mondiale nei boschi della Riserva: laboratorio di lego history con cioccolata calda

Venerdì 10 novembre, ore 17.15
Mercatale di Vermio, Mumat – Museo della Macchine tessili (via della Posta vecchia, 1)
Le fabbriche tessili nel Novecento: laboratorio di lego history con visita agli antichi macchinari

Domenica 3 dicembre, ore 15.00
Vaiano, Sala Polivalente Lido Baldini (via Aldo Moro, 4)
Dall’8 settembre 1943 alla Liberazione in Val di Bisenzio: laboratorio di lego history
A seguire merenda con ciambelline in collaborazione con Auser Vaiano

Risultati attesi

-Lavorare in sinergia tra enti, specialisti della materia e comunità, secondo modalità che uniscano la memoria e la conoscenza della storia con il gioco e la scoperta appassionata del territorio, permetterà un coinvolgimento di un pubblico nuovo e più ampio negli eventi che tengono vivi i valori della Resistenza e dell’antifascismo.
-Oltre a infrangere le barriere generazionali, coinvolgendo e parlando a fasce di età diverse, i mattoncini permettono una rappresentazione immediata di fatti storici, tematiche, personaggi, creando al tempo stesso il contesto di una dimensione aggregativa e partecipativa che necessita intrinsecamente di conoscere la storia, di studiare e documentarsi.
-La realizzazione di kit di lego history personalizzati sulla storia della Resistenza e dell’antifascismo dell’Appennino pratese permetterà di avere a disposizione un materiale didattico unico, che potrà essere riutilizzato in futuro attraverso eventi pubblici e laboratori scolastici, permettendo, con l’investimento iniziale di questo progetto, un’effettiva replicabilità di eventi e risultati.

TIPO – Turismo Industriale Prato | Fabbriche raccontano storie

Si chiama TIPO – Turismo Industriale Prato”, il nuovo progetto turistico dell’area pratese che, accompagnato dallo slogan “Fabbriche raccontano storie”, punta ad attrarre il turismo nazionale ed internazionale: itinerari alla scoperta dei suggestivi edifici di archeologia industriale; visite alle fabbriche in attività con focus sulle eccellenze di prodotto e di processo produttivo basato sul riuso della materia prima e sull’economia circolare; laboratori creativi rivolti a bambini e famiglie; spettacoli ed eventi culturali che si terranno dentro stabilimenti in attività.

“TIPO – Turismo Industriale Prato” è promosso da Comune di Prato, Museo del Tessuto, Fondazione CDSE; Comuni di Cantagallo, Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo, Vaiano, Vernio; in collaborazione con ACTE (Associazione Comunità Tessili Europee), Visit Tuscany, Prato Turismo.

Da settembre ogni ultimo weekend del mese, per sei mesi, sarà possibile sperimentare i nuovi percorsi e le attività del turismo industriale. Il programma prevede:
– il sabato spettacoli in luoghi suggestivi della produzione tessile sia storici che contemporanei, a cura di Fonderia Cultart.
– la domenica itinerari nel territorio provinciale, alla scoperta del patrimonio industriale e di ex fabbriche rigenerate con progetti di innovazione urbana a cura della Fondazione CDSE; inoltre, laboratori didattici per bambini nei musei aderenti al progetto – Museo del Tessuto, il Centro Pecci e il Mumat di Vernio – con attività legate ai temi del progetto.

I tour, gli spettacoli e i laboratori possono essere prenotati al seguente sito: www.tipo.prato.it

 

Via delle Rocche – in cammino tra Medioevo e natura

Via delle Rocche
Un nuovo affascinante cammino nell’Appennino pratese tra Medioevo e natura, che unisce per la prima volta la Rocca di Montemurlo, Torre Melagrana in Calvana, Rocca Cerbaia e Rocca di Vernio.

L’Ambito pratese, con i comuni di Prato, Cantagallo, Montemurlo, Vaiano e Vernio lancia un nuovo progetto turistico di grande suggestione, che va a implementare la ricca rete di cammini presenti nel territorio.
Si tratta di un nuovo percorso curato dalla Fondazione CDSE insieme a Legambiente Prato: un unico cammino collega la Rocca di Montemurlo, la Torre di Melagrana in Calvana fino alle Rocche di Cerbaia e di Vernio in Alta Val di Bisenzio, emblemi di celebri famiglie, come i conti Guidi e Alberti, ricordati nella Divina Commedia.

La Via delle Rocche è un tuffo nel Medioevo, ma anche un’esperienza immersiva in contesti paesaggistici di grande fascino, dagli anfiteatri naturali delle cave di Serpentino del Monteferrato alla dolcezza dei terrazzamenti collinari montemurlesi, dai panorami sconfinati del massiccio della Calvana, fino alle asprezze più selvagge della Val di Bisenzio.
Facilmente accessibile e divisibile in tappe, la Via delle Rocche ripercorre gli antichi sentieri di mezza costa medievali, lungo i quali si incontrano ancora pievi, badie, piccoli borghi arroccati e un’ospitalità diffusa e genuina.

I dati tecnici del percorso
Dove possibile il cammino ricalca la rete sentieristica CAI dell’area pratese; nel contempo è stato creato un percorso che potesse connettersi in snodi fondamentali con cammini già in essere quali la Via Jacopea o la Via della Lana e della Seta, mantenendo tuttavia un’originalità di tracciato rispetto ad essi.
Il cammino è modulabile in più tappe, adatto a più target di riferimento, dall’escursionista esperto alla famiglia con bambini.

Lunghezza totale: 44,5 km
Dislivello complessivo: 2150 m
Difficoltà: media
Durata complessiva: da 1 a 3 giorni
Comuni: 5 (Montemurlo, Prato, Vaiano, Cantagallo, Vernio)
Collegamenti: 3 – La Via della Lana e della Seta, Cammino di San Jacopo, Via Romea germanica imperiale

Il progetto Via delle Rocche e le sue caratteristiche
Il progetto ha previsto un’indagine preliminare di ricerca delle emergenze medievali presenti nel territorio dei comuni di Montemurlo e a Nord di Prato, con un corrispondente censimento della rete sentieristica CAI presente, oggetto di una parallela risistemazione e aggiornamento numerazione.
La progettazione, curata da Fondazione CDSE e Legambiente Prato, si è svolta nel doppio binario della ricerca scientifica e dell’indagine sul campo, con una individuazione mirata del percorso, mappatura e verifica sentieristica. È stata inoltre attivata un’importante collaborazione con Laboratori Archeologici San Gallo, spin off dell’Università di Firenze, cattedra di Archeologia medievale, per quanto riguarda approfondimenti su particolari emergenze medievali. All’interno del percorso, sono stati scelti i tratti che ricalcavano l’antica viabilità medievale di mezza costa che conduceva dal pistoiese fino al passo di Montepiano, in modo anche da toccare altre emergenze medievali immerse nella natura e in linea con il brand identity del cammino, come: antiche cave (cave di Serpentino di Monteferrato), pievi (come San Giovanni Decollato di Montemurlo e quella di Sofignano in Calvana), borghi medievali meno noti (come Popigliano e Grisciavola, Mezzana, Ceraio e Costozze).

Grande festa per l’inaugurazione del 7 maggio a Rocca Cerbaia

Sabato 7 maggio 2022 a Rocca Cerbaia, inaugurata la via e presentato il nuovo percorso. Ecco il programma:
Rocca Cerbaia (Cantagallo, loc. Carminagnello), prato davanti al castello:
ore 11.30: presentazione del cammino, con le Amministrazioni e i curatori del percorso della Fondazione CDSE e Legambiente Prato
ore 12.00 e 15.30: Esibizione di rapaci e spettacolo di falconeria a cura dell’Antica falconeria toscana
ore 12.30 e 15.00: Visita guidata a cura della Fondazione CDSE

Per tutte le info sulla Via delle Rocche: www.pratoturismo.it

Sentieri di voci e lavoro nei borghi d’Appennino

Sentieri di voci e lavoro nei borghi d’Appennino
Ricerca e tutela del patrimonio immateriale legato al lavoro tra Ottocento e Novecento, con creazione di percorsi guidati di storytelling all’interno dei borghi pedecollinari e montani

Il progetto ha previsto una prima fase di campagna partecipata (con coinvolgimento scuole, associazioni, rsa) di raccolta di fonti orali, finalizzata alla conservazione della memoria del lavoro nel Novecento, in un’area, la Valdibisenzio, caratterizzata da un forte senso di comunità e di tradizione allo scambio intergenerazionale, grazie anche alla presenza quarantennale del CDSE. Negli anni sono state indagate soprattutto le memorie legate alla II Guerra Mondiale, con vari rimandi sporadici all’etnografia dei mestieri del bosco.
Con questo progetto si è voluto lavorare in modo sistematico sulla storia del lavoro in un’ottica di creazione di fondi orali specifici e tematici (industria tessile e protoindustria molitoria, mestieri del bosco, lavori femminili montani, lavori mezzadrili), con un’attenzione particolare al mondo femminile, meno indagato nei decenni scorsi.
Il corpus di testimonianze raccolte, insieme alle fonti orali già presenti nell’archivio CDSE, è stato utilizzato per la creazione di itinerari a piedi all’interno di tre borghi del territorio tradizionalmente legati a mestieri specifici: il villaggio fabbrica de La Briglia (Vaiano), i borghi montani di Cavarzano (Vernio) e Luicciana (Cantagallo) legati alla castanicoltura, migrazioni stagionali, lavori femminili montani e mulini. I percorsi prevedono una serie di pannelli interattivi in vari punti dei borghi (in fase di installazione), con codici qr che rimandano alle testimonianze, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio immateriale, di coesione della comunità e di promozione del territorio.
La creazione dei percorsi è accompagnata da un calendario di iniziative (passeggiate guidate e teatralizzate, momenti di incontro) e dalla realizzazione di materiali didattici per le scuole, video, in modo che gli itinerari creati con le fonti orali diventino presidi visivi sul territorio, percorsi divulgativi, strumento di valorizzazione turistica e animazione territoriale.

RISULTATI OTTENUTI
– Coinvolgimento nel progetto della comunità della Val di Bisenzio (sia i borghi della bassa valle più legati al mondo industriale che quelli dell’alta votati ai mestieri del bosco e all’agricoltura montana) grazie alla collaborazione di varie associazioni e alla rete di contatti del CDSE sul territorio;
– Salvato il grande capitale di memoria di questi luoghi attraverso numerose videointerviste che sono andate a implementare l’archivio di fonti orali del CDSE e la creazione di fondi orali specifici sul lavoro;
– Valorizzate le esperienze di lavoro femminili da sempre presenti nella storia del Novecento in Val di Bisenzio ma mai abbastanza indagate;
– Presenza di centinaia di persone alle varie iniziative del progetto, sia del territorio che turisti, che hanno partecipato a camminate e incontri volte alla valorizzazione dei borghi, della storia del lavoro e delle testimonianze raccolte;
– Progettazione di itinerari a piedi all’interno di borghi del territorio tradizionalmente legati a mestieri specifici: il villaggio fabbrica de La Briglia (Vaiano), i borghi montani di Cavarzano (Vernio) e Luicciana (Cantagallo) legati alla castanicoltura, migrazioni stagionali, lavori femminili montani e mulini. I percorsi prevedono 21 pannelli interattivi in vari punti dei borghi, con codici qr che rimandano ai video delle testimonianze.

Boschi di Memoria

BOSCHI DI MEMORIE sull’Appennino. Itinerari narrativi in Val di Bisenzio tra reale e meraviglioso.

E’ uscito il nuovo volume conclusivo del progetto, dalla ricerca su leggende e memoria orale una lettura antropologica, ma anche turistica, del territorio. 8 itinerari narrativi sulle orme della mappa dell’immaginario.

DOVE ACQUISTARE IL LIBRO: si può richiedere on line scrivendo a info@fondazionecdse.it o info@appenninoslow.it OPPURE si può acquistare direttamente presso le librerie Cattolica e Gori di Prato o COOP Vaiano e Vernio.

 

Il libro è l’ultimo tassello del progetto di interesse regionale beneficiario di un contributo della Regione Toscana approvato con Decreto Dirigenziale n. 8068 del 21 maggio 2020.
Il progetto Boschi di memoria nasce dalla volontà di lavorare in rete sul grande scrigno di
memoria del Novecento offerto dall’ambiente boschivo e dai borghi montani del territorio
appenninico della Val di Bisenzio e dei territori limitrofi del Monteferrato e la Val di Setta.
La Val di Bisenzio, collocata ai confini del Granducato e già in epoca antica terra di passaggio di
uomini e idee, grazie anche alla presenza di scenari naturali aspri e di grande suggestione, ha
maturato nel tempo un immaginario ricco e unico. La particolarità geostorica ha portato alla
creazione di leggende e alla trasmissione di repertori favolistici universali ma contestualizzati in varianti legate alle foreste e alla macchia.

Nello stesso tempo i boschi della Val di Bisenzio sono stati nei secoli fortemente antropizzati e
utilizzati come strumento di vita, lavoro, sostentamento di intere comunità, che poi hanno visto
collassare questo legame ancestrale uomo/bosco con la distruzione a seguito della Linea Gotica e
con l’abbandono nel Dopoguerra per il tramonto dell’agricoltura montana.

Il bosco può quindi diventare un archivio unico di memoria del Novecento dove
“l’immaginario” e “il meraviglioso” (fonti orali su fiabe e leggende) si coniugano con il “quotidiano” e il
“reale” (fonti orali e documenti archivistici su storia del lavoro e costruzione della Linea Gotica).
L’idea nasce dall’urgenza di fermare e preservare questo prezioso patrimonio di memoria volatile prima che scompaiano anche le voci degli ultimi cantori e narratori di fiabe popolari, di testimoni di saperi legati ai mestieri e al vissuto dei boschi (carbonaie, cannicciaie, mulini), di sopravvissuti alla distruzione dei borghi montani e delle foreste attraversate dalla Linea Gotica.

Azioni e attività  (modificate in ottemperanza alle nuove disposizioni anti-Covid19)

Raccolta, attraverso interviste sul campo e ricerche bibliografiche, delle fiabe popolari e delle
leggende dei boschi della Val di Bisenzio
Interviste agli ultimi testimoni dei saperi legati ai mestieri dei boschi (carbonai e mugnai)
Interviste agli ultimi testimoni alla distruzione dei borghi montani e delle foreste attraversate dalla Linea Gotica
Digitalizzazione delle videocassette e audiocassette delle fonti orali legate al bosco presenti
nell’archivio della Fondazione CDSE
– Creazione di video-racconti #boschidistorie destinati ai social, raccontando l’immaginario meraviglioso e favoloso dei boschi, ma anche quello legato alla vita contadina e ai mestieri montani
-realizzazione del volume antologico e complessivo di tutto il progetto “Boschi di memoria. Sentieri di parole tra fiabe, leggende, antichi mestieri e storie di vita del Novecento”, a cura della Fondazione CDSE
installazioni artistiche e sonore legate alle fiabe in luoghi strategici e recentemente restaurati come l’antico Mulino della Badia di Montepiano o le cannicciaie della Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo (di proprietà dell’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio)
Spettacolo teatralmusicale su Rodari e il recupero della fiaba popolare
trekking sulle antiche vie dei carbonai, delle migrazioni stagionali e della guerra con testimoni
ancora in vita o attraverso ascolto/letture di fonti raccolte.

Puoi vedere #Boschidistorie su Facebook alla pagina @FondazioneCDSE, sul canale Youtube Fondazione CDSE e sulla App IGTV del profilo Instagram @fondazione–cdse.
EVENTI ORGANIZZATI ALL’INTERNO DEL PROGETTO

Ascolta la storia

Il progetto “Ascolta la storia” è portato avanti dalla Fondazione CDSE in collaborazione con la biblioteca Lazzerini (centro rete provinciale) e con le biblioteche comunali di Vaiano e Montemurlo. Il progetto, finanziato dal PIC regionale 2016, prevede la ricognizione, la digitalizzazione e la catalogazione di tutti i principali fondi di fonti orali posseduti dai vari istituti culturali del territorio pratese, qualsiasi sia l’attuale supporto (audiocassetta, video cassetta, file mp3…). Una prima indagine è già stata compiuta durante il 2016, quando è stata acquistata dal CDSE tutta l’attrezzatura necessaria all’allestimento di una postazione di digitalizzazione ed è stata iniziata l’opera di catalogazione e di trasformazione in formato digitale di oltre 150 fonti orali di argomento storico, antropologico ed etnografico.

Obiettivo di medio periodo sarà l’allestimento di almeno due postazioni “Ascolta la storia” (presso la Biblioteca Basaglia di Vaiano e presso la Biblioteca della Fonte di Montemurlo), dotate di computer e cuffie, in cui verranno caricati i vari file digitalizzati delle testimonianze orali, con assistenza fornite dalla biblioteca ospitante, in un’ottica di accessibilità e aiuto allo studio con diverse abilità. Nelle varie biblioteche vengono organizzati eventi di presentazione e restituzione del progetto, sempre nell’ottica della valorizzazione e diffusione del patrimonio orale.

L’indagine, la catalogazione e la digitalizzazione dei vari fondi sono in corso.

 

Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana

Cosa accadde al patrimonio artistico toscano durante la Seconda Guerra Mondiale?
Mentre i musei si svuotavano le ville rinascimentali si trasformarono in rifugi per opere d’arte o comandi militari, i centri storici subirono pesanti bombardamenti e perdite di antichi palazzi e chiese.
In occasione del 70° anniversario della Liberazione, il progetto di ricerca della Fondazione CDSE, sostenuto dalla Regione Toscana, ha ricostruito l’impegno per la difesa dei capolavori artistici e le distruzioni delle città toscane attraverso foto e documenti inediti, filmati d’epoca e i dipinti di De Chirico provenienti dalla collezione Forti-Castelfranco di Casa Rodolfo Siviero, 007 dell’arte.

Ad oggi i prodotti della ricerca ancora in corso sono:

  • una pubblicazione: “Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana. Dieci storie di uomini e opere salvate” di Alessia Cecconi, Edizioni Medicea, 2015.
  • una mostra itinerante, già replicata in diversi comuni toscani: “Bombing Art 1940-1945. Città ferite, capolavori in pericolo e la difesa dell’arte a Prato e in Toscana”
  • uno spettacolo teatrale itinerante, in collaborazione con Altroteatro, già replicato in diversi comuni toscani: “Saving Art. Gli uomini che difesero l’arte in Toscana”
  • due giornate di studi in collaborazione con la Galleria degli Uffizi. Una con protagonista Cesare Fasola avvenuta in occasione della giornata della memoria 2016 e una su Giorgio Castelfranco nel 2017. Per la prossima giornata della memoria 2018 è in corso una ricerca sulla figura di Carlo Levi.

Per il prossimo settembre sono previste una pubblicazione e una mostra che approfondiscano la protezione, la perdita e il salvataggio del patrimonio artistico di Pistoia durante la seconda guerra mondiale.

Voci e immagini di Montemurlo

Voci e immagini di Montemurlo: la memoria orale e visiva di un territorio
Il progetto, promosso dal Comune di Montemurlo e coordinato dalla Fondazione CDSE con la collaborazione di associazioni e volontari del territorio, prevede la creazione di un archivio di memoria orale e visiva del territorio di Montemurlo.

Il progetto parte dalla considerazione che l’area è stata fortemente soggetta negli ultimi sessant’anni a trasformazioni urbanistiche e demografiche: proprio per questo, rispetto anche ad altri comuni limitrofi, necessita più di altri di un recupero di tutte quelle che sono le fonti antropologiche (testimonianze orali e immagini fotografiche in originale e in riproduzione) in grado di testimoniare tale trasformazione.

Nella prima parte del progetto (iniziato nel 2014) sono stati ricercati, analizzati e digitalizzati i principali nuclei fotografici presenti sul territorio (fondi privati di famiglie, materiale degli uffici comunali, fondi di associazioni); la seconda fase ha previsto una campagna di interviste e video interviste legate in particolare alla II Guerra Mondiale e una parallela schedatura dei nuclei fotografici o delle singole fotografie rintracciate nel territorio. La terza fase ha portato alla creazione vera e propria dell’archivio.
Attualmente l’archivio è in continua implementazione e conservato presso la Biblioteca B. della Fonte di Montemurlo.

Per chi fosse interessato a partecipare o a mostrare le foto di sua proprietà può scrivere a  info@fondazionecdse.it o telefonare ai numeri 0574.942476 (tutti i pomeriggi dalle 15 alle 19) o 0574.558576.

Per le iniziative legate al progetto vedi:

Mostra case rurali a Montemurlo

Anteprima documentario sulle Memorie di guerra a Montemurlo

Raccontando il 1944 a Montemurlo: interviste a porte aperte 

Volti e terre di Montemurlo: calendario 2014

Foto di backstage del documentario

Proiezione documentario Voci e volti di Montemurlo in guerra 24 aprile 2014 

Piroscafo Oria

Progetto regionale sui soldati caduti del Piroscafo Oria
La Regione Toscana sostiene il progetto di ricerca che da due anni il Comune di Vaiano e la Fondazione CDSE, con la consulenza scientifica del prof. Nicola Labanca dell’Università di Siena, stanno portando avanti sui soldati toscani caduti nel naufragio del Piroscafo Oria durante la II Guerra Mondiale.

La vicenda del Piroscafo Oria è tra le tragedie meno studiate del Mediterraneo durante la II Guerra Mondiale, nonostante risulti tra i disastri bellici più consistenti per numero di vittime: la nave mercantile, infatti, partì da Rodi l’11 febbraio 1944 con un carico di circa 4200 soldati italiani, che si erano rifiutati di collaborare con il regime nazista dopo l’8 settembre 1943 e destinati alla deportazione nei territori occupati dalla Germania nazista. Mentre il Piroscafo si dirigeva verso il porto del Pireo (Atene) fu sorpreso da una forte tempesta nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 1944; ne conseguì il naufragio dell’Oria, che in poco tempo si inabissò, portando con sé più di 4000 uomini. Solo una trentina furono i superstiti.

Ad oggi, grazie soprattutto alle sollecitazioni di una rete di parenti nata spontaneamente in internet (www.piroscafooria.it) che si sta adoperando per portare all’attenzione di tutti la vicenda dell’Oria, il Comune di Vaiano e la Fondazione CDSE si sono fatti promotori di una campagna di ricerca e di incrocio dei vari nominativi, con il fine di provare a ricostruire la storia dei soldati toscani caduti durante il naufragio e di poter ritrovare e contattare le famiglie dei soldati deceduti.

Ancora oggi pochissime famiglie hanno ricevuto notizie ufficiali sulla morte dei propri cari, molte ancora aspettano di sapere come sia effettivamente caduto il proprio congiunto.

A tal proposito la Regione Toscana ha chiesto a tutti i Comuni toscani di collaborare all’iniziativa, controllando se nelle loro anagrafi o registri comunali risultino morti o dispersi in guerra nell’Egeo, o comunque nelle date 11/12 febbraio 1944 e di comunicare i nominativi dei caduti, in modo da poter verificare se tra tali soldati vi sia qualcuno coinvolto nel naufragio.

In questo modo si intende non solo dare la giusta importanza ad una pagina poco conosciuta della nostra storia nazionale, ma soprattutto offrire un riconoscimento morale alla memoria dei caduti che si erano rifiutati di collaborare con il nazismo e, nello stesso tempo, dare dopo 70 anni una risposta alle famiglie dei dispersi.

Al 12 febbraio 2014 hanno risposto alla richiesta della Regione Toscana 131 comuni, contribuendo a segnalare circa 30 nominativi possibili di caduti toscani nella strage.

Per le iniziative dedicate al Piroscafo Oria da Regione Toscana, Comune di Vaiano e Fondazione CDSE (in collaborazione con la rete dei familiari dei caduti) si veda:

6 luglio 2014 giornata dedicata al Piroscafo Oria

Celebrazioni per il 70° anniversario del Piroscafo Oria

70° Anniversario Naufragio Piroscafo Oria

On line il video dell’evento dedicato al Piroscafo Oria

Incontro sul Piroscafo Oria 11 luglio 2013 Firenze

Serata evento sul Piroscafo Oria 5 luglio 2013 Vaiano

Grande successo per la serata dedicata al Piroscafo Oria il 6 luglio

On line il video sulla serata dedicata al Piroscafo Oria il 6 luglio

Da Rodi a Vaiano 6 luglio